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Giuriolo e Pandolfo Assicuratori

PIR: cosa sono e perché sceglierli

PIR: Piani Individuali di Risparmio

Il prossimo mese compiranno 2 anni, e forse qualcuno ancora non sa della loro esistenza:

i PIR, Piani Individuali di Risparmio, introdotti con la legge di bilancio 2017 (legge 11 dicembre 2016, n. 32) sono un ottimo modo per accantonare i propri risparmi godendo di benefici fiscali e contribuendo ad aiutare le PMI italiane.

Ecco perché.

PIR: i vantaggi

Per prima cosa, sono esenti da imposta di successione.

E’ risaputo ormai che l’aumento delle imposte sull’eredità e sulle donazioni è considerato molto probabile – in Italia l’ammontare dell’imposta è pari al 4% per parenti in linea diretta, ed è certamente tra le più basse tra i paesi avanzati (basti pensare che nelle vicine Spagna e Francia corrisponde rispettivamente al 34% e al 45%) – ma il denaro investito in PIR rimarrà escluso dall’applicazione di qualsiasi imposta successoria.

In secondo luogo, se l’investimento viene mantenuto per più di 5 anni, non viene applicata alcuna imposta fiscale sull’intera posizione PIR

C’è da tenere in conto che, qualora non si rispetti il limite temporale di 5 anni verrebbero addebitate le imposte dovute con i rispettivi interessi; tuttavia è pur vero che, se pensato con un’ottica a lungo termine, il limite temporale risulta certamente esiguo.

Ma la caratteristica forse più interessante è che per poter usufruire delle agevolazioni fiscali, il PIR deve investire “il 70% del valore complessivo in strumenti finanziari, anche non negoziati nei mercati regolamentati o nei sistemi multilaterali di negoziazione, emessi o stipulati con imprese che svolgono attività diverse da quella immobiliare, residenti nel territorio dello Stato “ ..” o in Stati membri dell’Unione europea o in Stati aderenti all’Accordo sullo Spazio economico europeo con stabili organizzazioni nel territorio medesimo”.

Di questo 70%, almeno il 30% deve essere investito in strumenti finanziari non quotati nell’indice FTSE MIB della Borsa Italiana o in altri indici equivalenti di altri mercati, ovvero in aziende medio-piccole.

E’ risaputo purtroppo che nemmeno gli investitori istituzionali italiani decidono di investire i propri risparmi nel loro paese, e questo sicuramente va a sfavore delle PMI italiane, che si ritrovano così a dover dipendere dalle banche: ecco quindi che i PIR potrebbero capovolgere la situazione.

PIR: le limitazioni

I Piani Individuali di Risparmio sono soggetti alle seguenti limitazioni:

  • non è possibile cointestarli (nascono come titoli prettamente individuali);
  • riguardano soltanto le persone fisiche, quindi le aziende sono escluse;
  • si possono investire al massimo 30 mila euro l’anno per un massimo di 150.000 euro totali.

E’ inoltre necessario fare attenzione alle commissioni applicate dalle Società di Gestione del Risparmio (Sgr) a questi prodotti: se troppo elevate, potrebbero ridurre di molto i benefici per i risparmiatori.

I PIR rappresentano quindi una valida alternativa di risparmio e investimento, e possono rientrare in un progetto più ampio di gestione del patrimonio, diversificato e personalizzato: con la consulenza adeguata di esperti del settore, puoi fare chiarezza e decidere se e quali strumenti finanziari fanno al caso tuo.

Il nuovo servizio di consulenza offerto da Giuriolo e Pandolfo serve a questo: metterti a conoscenza degli strumenti a tua disposizione e del loro funzionamento, in modo che tu possa fare scelte consapevoli e strategiche per il tuo futuro.

Se sai come fare, puoi farlo. I nostri esperti sono a tua disposizione.

Se vuoi saperne di più, fissa con noi una prima consulenza gratuita!

Fonti:

ABS Consulting: www.abs-consulting.it

Il Sole 24 Ore: www.ilsole24ore.com